Hynobius dunni

Descrizione:
Salamandra dalla corporatura tozza e di dimensioni medio-piccole (adulti tra i 12 e i 13 cm con record eccezionali di 16cm), presenta una colorazione dorsale olivastra/marrone con sfumature turchesi e macchie scure, in particolare nei giovani, che tendono a scomparire con la crescita, mentre il ventre si presenta di colore grigio e azzurro. La coda è di aspetto tozzo, ma diviene appiattita e compressa lateralmente durante il periodo degli accoppiamenti, quando gli esemplari si spostano in acqua; negli individui più giovani e in alcuni adulti, quest’ultima può saltuariamente presentarsi di colore giallo acceso. La testa è tozza e subovale con occhi sporgenti, e pelle liscia. Il dimorfismo sessuale non è particolarmente evidente durante la fase terrestre, se non per quanto concerne la forma della testa che, se osservata dall’alto, si presenta più massiccia e squadrata nei maschi. Nel periodo riproduttivo i sessi risultano invece facilmente distinguibili, per la comparsa, nei maschi, di un sottogola vivacemente colorato di giallo, assente invece negli individui di sesso femminile (fenomeno documentato anche in altri Hynobidae, come ad esempio Salamandrella keysterlingii, (Hasumi, M., 2001), di un leggero inspessimento degli arti anteriori e di una coda maggiormente compressa lateralmente, come già menzionato in precedenza.




Distribuzione e habitat:
Allevamento:
Gli Hynobius dunni, conducendo vita terrestre per circa tre quarti o metà dell’anno, possono essere stabulati in un terrario o acquaterrario da approssimativamente inizio o metà estate fino a metà inverno, al termine di questo periodo, sarà necessario, se si ha a che fare con individui adulti e sessualmente maturi, introdurli gradualmente ad un setup acquatico, mantenendo comunque delle zone emerse al fine di facilitare la risalita per respirare e fornire appoggi quando questi saranno pronti ad abbandonare l’ambiente umido. Per quanto concerne la fase terrestre, si presentano come animali relativamente stazionari, e non necessitano pertanto di spazi particolarmente ampi, essendo questi prevalentemente fossori e legati al proprio rifugio, una teca ben areata di base 60×30 può essere tranquillamente sufficiente per un gruppo di 4-5 esemplari. Si presenta particolarmente importante mantenere un buon livello di umidità sia a livello del terreno sia atmosferico e fornire molti rifugi, rappresentati da cortecce, muschi, tronchi e sassi. Per il substrato si può utilizzare un livello più basso di argilla espansa, come materiale drenante, da ricoprire con fibra di cocco umida, torba o terriccio universale privo di sostanze nocive; sfagno e legno marcio possono rappresentare una valida aggiunta al substrato, sebbene non obbligatori. Per mantenere condizioni igieniche adeguate all’interno del sito di stabulazione è consigliato anche l’inserimento di artropodi spazzini quali collemboli ed isopodi (ad esempio Trichorhina tomentosa). La colonna di substrato dovrà essere di almeno 10-15cm, per permettere agli animali di scavare rifugi idonei e mantenersi freschi ed umidi, soprattutto nei periodi più caldi. Per la fase acquatica è consigliato un pH acido (consigliamo l’utilizzo almeno in parte di acqua di osmosi) ed una colonna d’acqua pari o superiore ai 10 cm, in cui inserire a diversi livelli rami (ad esempio di tiglio o ciliegio, opportunamente preparati e fatti bollire prima dell’inserimento), foglie secche di latifoglia e catappa, muschi acquatici e rocce per simulare al meglio gli ambienti stagnanti in cui normalmente si riproducono. Il fondo della zona acquatica può essere nudo o con sabbia fine, da evitare rigorosamente il ghiaino. Un filtro per acquari può non essere inserito se si utilizzano ampi litraggi o vengono effettuati cambi d’acqua regolari; in ogni caso qualora si optasse per l’inserimento di un filtro questo dovrà generare poca o minima corrente. L’illuminazione del terrario o terracquario non è necessaria ma consigliata per il corretto sviluppo delle piante, se presenti, e per far mantenere un corretto ciclo circadiano agli animali. Le temperature ottimali non dovrebbero mai superare i 25 C°, sebbene la specie si sia rivelata piuttosto resistente quando esposta per un breve periodo a 27 C° (da qui l’importanza di una colonna di substrato alta). D’inverno, per incentivare la riproduzione e permettere una corretta maturazione delle gonadi, occorre far scendere le temperature al di sotto dei 15 C°; brume efficaci si sono rivelate essere, ad esempio, quelle con massime comprese tra gli 8 e i 10 C° e minime prossime allo 0.
Alimentazione:
Riproduzione:

Schiusa delle uova:


Crescita e sviluppo delle larve:


Note etologiche:
Reperibilitá:
Legislazione:
Sugli Autori...


Referenze
Citazione: Hasumi, M. (2001). Secondary sexual characteristic of the salamander Salamandrella keyserlingii: Throat coloration. Herpetological Review, 32(4), 223.